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di suor Sara Brenda, preside Licei Istituto Marcelline Tommaseo – The 1st Sustainable Development School

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Il modello di scuola per lo sviluppo sostenibile vuole essere ripetibile e adattabile, perché crediamo che le innovazioni che configura sul piano formativo e sul piano gestionale siano funzionali al sistema di istruzione necessario alle nuove generazioni.

Nella sua complessità, ogni Istituzione scolastica è un sistema che gestisce un capitale umano, una economia e una organizzazione. Ciò che rende l’aspetto gestionale delicato è il fine sociale dell’istituzione, istituzione che non solo deve essere efficiente, ma anche attenta e capace di promuovere il progresso umano e sociale mediante l’esercizio della sua missione formativa. Il modello gestionale della scuola, pertanto, deve essere disegnato alla luce degli obiettivi educativi e culturali scelti, perché possa rispondere concretamente al suo alto e irriducibile compito.

Nell’assumere il paradigma dello sviluppo sostenibile, questo modello di scuola sceglie e promuove una gestione il più possibile condivisa e partecipata, nella volontà di creare un clima collaborativo e di responsabilità diffusa oltre che nell’esigenza di radicare l’istituzione nel territorio per rispondere in modo adeguato alle sue istanze di formazione pratica, culturale e valoriale.

Per queste ragioni, accanto alla figura del dirigente scolastico e alle funzioni ordinarie, sono state individuate funzioni strumentali utili alla scuola per la crescita e per il consolidamento delle sue relazioni esterne e per il suo radicamento nel territorio, quali: i rapporti con il territorio, i rapporti con le aziende, i rapporti con le università, la comunicazione, il fundraising. Altre funzioni sono state previste per la cura e lo sviluppo costante del progetto culturale e formativo, quali: la funzione di ricerca e sviluppo, l’Academy, l’internazionalizzazione.  

Queste funzioni sono svolte in parte dai docenti e in parte da consulenti specializzati, perciò lo staff che si viene a formare, misto di figure professionali provenienti da diversi ambiti, non solo accresce l’area gestionale, ma permette in ambiente scolastico un arricchimento professionale e uno scambio di prospettive e di saperi senza precedenti e a favore di tutte le componenti, producendo anche un rafforzamento del legame delle parti sociali coinvolte, tutte protese allo sviluppo di una istituzione scolastica efficiente e adeguata.

Non solo la scuola si preoccupa della scuola.

Anche il consolidamento da parte della scuola dei rapporti con il mondo delle imprese e delle università va in questa direzione: la sottoscrizione di accordi e di partnership per un progetto di scuola di sviluppo sostenibile non può che darsi nell’ottica della responsabilità sociale e le risorse, umane ed economiche, che vengono investite nella scuola non possono che essere a favore di un sistema di educazione e di istruzione sostenibili.

La scuola non è un mercato, ma è il delicato mondo delle generazioni future che meritano l’attenzione e la cura da parte di tutti.

Il modello gestionale della scuola per lo sviluppo sostenibile attinge dunque la propria configurazione di gestione interna dal mondo dell’impresa. Questo non deve spaventare, specie se si guarda al modello di impresa sociale, che si pensa come una organizzazione che ha per statuto una missione di miglioramento sociale/ambientale e viene gestita secondo una economia sostenibile e senza profitto.

Così lo Stato può fare impresa educativa, come il privato.

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